I politici non vogliono mai denunciare chi diffama sui social, temendo un effetto-rimbalzo delle loro “ragioni” sui media. E tantomeno invocano la censura dei cittadini irriguardosi. Ma la possibile censura dei social è argomento di attualità. L’ultima notizia in merito, dalle nostre parti, è la denuncia che il comandante dei vigili urbani di San Nicola La Strada intende fare a carico di un cittadino che ha criticato il loro operato su Facebook. Mentre, sul piano internazionale, ha fatto rumore lo stop imposto dai social a Donald Trump.
In tutto il mondo si è aperta una discussione dopo la presidenza Trump che ha usato Twitter come una “clava” – scrive Giuliano Pisapia sul quotidiano Domani – . Solo negli ultimi mesi le piattaforme social hanno messo un freno segnalando che alcuni di quei messaggi diffondevano notizie non corrette. Qualcosa però si sta muovendo. L’Unione europea ha presentato nel dicembre scorso il “Digital Services Act”, che si basa su questo semplice assunto: ciò che è illegale offline dovrebbe esserlo anche online. Sostenere l’Unione su questo tema è fondamentale e l’Italia, che quest’anno guida il G20, ha la grande possibilità di avere un ruolo da protagonista, conclude l’avvocato ed ex sindaco di Milano, ora europarlamentare del Pd.
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